Zia Restaurant
Indirizzo: Via Goffredo Mameli, 45, Roma, Lazio
Telefono: 06/23488093
Sito Web: www.ziarestaurant.com
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.5
- Prezzo: antipasti 30/35€, primi 35€, secondi 50/60€, dolci 25€
- Chiuso: Domenica e Lunedì; da Martedì a Giovedì a pranzo
- Tavoli all’aperto: no
- Orario di apertura:
Offerte: È il cognome dello chef Antonio Ziantoni e non il richiamo ad una cucina di casa ad aver ispirato il nome di questo ristorante in cui si propongono piatti ricercati e mai banali, per un risultato quasi sempre appagante. Da rivedere, invece, il bilanciamento delle porzioni fra la parte salata e quella dolce dei percorsi degustazione (da 6 e 8 portate rispettivamente a 120 e 150 euro, purtroppo obbligatori per tavoli di almeno 4 persone), con le prime eccessivamente ridotte anche considerando il tipo di ristorante e le seconde con il difetto opposto. La nostra esperienza è cominciata con una serie di sfiziosi appetizer: mini-mozzarella con latte di capra, pancia di maiale cotta per 8 ore e affumicata nel forno green egg, aspic di peperone e dragoncello e radicchio marinato in aceto di mirtillo, cannella e angostura. È stata poi la volta dell’ottima ostrica con kiwi e bergamotto, un piatto equilibrato e con ottima materia prima, materia prima, invece, mortificata nel gambero in viola, un gambero violetto marinato e avvolto nel cavolo rosso a ricreare il carapace ripieno di chutney di frutti rossi che aveva il difetto del pesce in secondo piano rispetto all’ortaggio. Si risale con l’eccellente animella con broccolo fiolaro, toma ed estratto di alloro, un piatto perfetto per intensità di sapori ed equilibrio. Nota amara protagonista (voluta?) nei ravioli di lepre dalla pasta rossa (colore dato dalla rapa) e ginepro, che avrebbero beneficiato di una pasta più callosa e di una farcia più incisiva a contrastare detta nota. Miglior piatto della serata si è rivelato il cervo in dolceforte, cotto magistralmente e servito con il suo fondo (poco tirato) accompagnato da polenta concia con ragù di cervo e tartufo nero e da una crème brûlée al foie gras; peccato per la porzione davvero esigua. Delizioso il primo dessert, pompelmo con Champagne, dragoncello e bitter, perfetto per preparare il palato al flan di pasta sfoglia con crema alla vaniglia, impegnativo in quanto molto abbondante, seguito dal gelato al fiordilatte con visciole. Ultime segnalazioni per l’ottimo pane servito caldo e per l’espresso, decisamente migliorato rispetto allo scorso anno: un’arabica colombiana dalla piacevole nota acida.
Recensioni:
- Ambiente: Moderno e al tempo stesso caldo grazie alla giusta illuminazione, il locale risulta elegante nei due livelli che lo compongono. La mise en place dei tavoli in legno lasciati “nudi” è curata.
- Servizio: Preparato in tutti gli elementi e cortese.
- Cantina: La carta dei vini non è banale e contempla diverse produzioni di nicchia, oltre che una buona proposta al calice. I ricarichi sono in linea con il lignaggio del ristorante.
- Olio: Ruota con buona frequenza la proposta di olio e in occasione della nostra visita prevedeva un olio EVO del basso Lazio, monovarietale Itrana, servito nella bottiglia a norma.
- Glutine:
Consigliato: 1