Verso – Capitaneo

Indirizzo: Piazza Duomo, 21, Milano, Lombardia

Telefono: 02/89750929

Sito Web: www.ristoranteverso.com

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: creativa
  • Voto: 8.5
  • Prezzo: menù degustazione 190/240€; antipasti 60/65€, primi 50€, secondi 70/85€, dolci 25€
  • Chiuso: Martedì e Mercoledì
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: Ubicato al secondo piano di un palazzo della centralissima Galleria Vittorio Emanuele II, il ristorante Verso è guidato dai fratelli Capitaneo, Remo e Mario, di origini pugliesi ed entrambi con esperienze lavorative importanti alle spalle (Berton, Bartolini, Crippa, Cracco, ecc.). La cucina è di stampo creativo, ma parte da basi tradizionali che richiamano sia la terra d’origine dei due chef che quella italiana in generale, con l’utilizzo di materie prime di stagione e una tecnica davvero eccellente. Oltre al menù degustazione di 6 portate a 190 euro (a cui è possibile aggiungere altri due piatti a scelta dello chef pagando 240 euro), c’è la possibilità di ordinare à la carte che si divide tra mare e terra. L’estetica viaggia di pari passo con la bontà del piatto, in cui, spesso, carne e pesce sono ben mixati, come la trippa di black angus su cui era adagiato un pezzo di astice (la carne della chela) con brodo realizzato con il carapace del crostaceo, radicchio tardivo e mandarino, oppure il delizioso spiedino di alice dell’Isola d’Elba, lardo e mais. La scenografica (e ottima) “rosa” di rapa rossa marinata con un carpione a base di Campari su dello storione e il suo caviale e la piccola frittella di carciofi e calamaretti spillo, hanno preceduto la gustosa spuma di ceci neri di Putignano con rossetti marinati e gelato al carpione, accompagnata da una focaccia fatta in casa soffice e profumata. Tra i primi abbiamo scelto lo spaghettone con granchio reale, marasciuoli (un’erba amaricante) e finger lime, uno dei piatti cult degli chef, che vede la dolcezza del crostaceo ben bilanciata dal finger lime e dall’emulsione vegetale. A seguire un sontuoso astice blu, con la carne della coda scottata leggermente e servita insieme a una terrina di zucca (presente anche sotto forma di crema) con sopra la carne delle chele su cui viene messo un leggero “velo” di gelatina che ricorda l’aspic; al centro del piatto una salsa di mirtilli rossi a dare spinta acida al piatto. Un originale gelato al cappero e spuma di pompelmo hanno caratterizzato il pre dessert che ha anticipato il dolce composto da un caprino leggermente erborinato, lavorato come un semifreddo e ricoperto di polvere di carbone vegetale, accompagnato da un gelato al latte e da una salsa all’aceto balsamico di Modena, che, a nostro avviso, non riusciva a bilanciare il tutto con la sua acidità. Ben estratto il caffè, dall’aroma piacevolmente persistente, servito con la piccola pasticceria che prevedeva una mini bomba alla crema, un deludente gianduiotto di patate dolci, un mini gelato al caramello salato e una mini Sacher ai frutti rossi.

Recensioni:

  • Ambiente: Lo spazio è composto da una sala unica che abbatte le barriere tra quest’ultima e la cucina, con i posti a sedere ricavati su grandi banconi da condividere con altri avventori e posti proprio di fronte ai fornelli. La superficie è senza tovaglia, ma la mise en place apparecchiata all’occorrenza è sempre di primissimo ordine.
  • Servizio: Professionale e cortese, con i due fratelli-chef che si alternano a terminare e a spiegare i piatti davanti ai clienti.
  • Cantina: La lista dei vini contiene nomi importanti dell’enologia internazionale, con molta Francia (Champagne in primis) rispetto alle cantine nostrane. Ricarichi alti.
  • Olio: Su richiesta ci è stato servito un olio EVO pugliese, monovarietale Coratina, versato nel piattino direttamente dalla bottiglia a norma.
  • Glutine:

Consigliato: