Pipero

Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II, 250, Roma, Lazio

Telefono: 06/68139022

Sito Web: www.piperoroma.it

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: ricercata
  • Voto: 9.25
  • Prezzo: percorsi degustazione 150/200€. A pranzo disponibile menù degustazione 100€
  • Chiuso: Domenica; Sabato e Lunedì a pranzo
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: Stabilmente ai vertici della ristorazione regionale, questo indirizzo ha un merito precipuo rispetto ad altre insegne gourmand: proporre una cucina di ricerca in un contesto elegante ma non ingessato, dove il servizio non mette in soggezione, ma coccola il cliente. Rispetto allo scorso anno i prezzi sono stati rivisti al rialzo con i menù degustazione (unica opzione prevista) che sono passati da 3 a 4: il “leggero”, riservato al pranzo, lo “snello”, l’”ampio” e il “profondo” di 3, 6, 8 e 10 portati rispettivamenti a 100, 150, 170 e 200€. Originali le attenzioni all’avvio con tanti appetizer sfiziosi fra cui abbiamo particolarmente apprezzato la polpetta di calamari con chutney al pompelmo e il ravanello in carpione. Eccellente pure la bombetta croccante ripiena di seppie e friggitelli, delicato il rossetto con dadolata di kiwi. Si prosegue su ottimi livelli con la chevice di melone con carpaccio di cappasanta in cui la nota di liquirizia donava una bella spinta, mentre abbiamo trovato eccessiva la presenza di rafano nel filetto di sgombro con quenelle di cavolfiore e vaniglia. Unico, piccolo inciampo di un’esperienza perfetta, subito risollevata dalle tagliatelle di patate proposte con caviale e salsiccia di Bra cruda. Esplosione di gusto i bottoni di pasta (42 tuorli per un chilo di farina) ripieni di peperoni rossi terminati al tavolo con un brodo stile dashi realizzato con acqua di peperone, di grande equilibrio pure la fregola risottata con latte di cocco, vongole, polvere di lattuga di mare e zeste di lime. Imperdibile lo spiedo di milza, fegato e polmone affiancato da una misticanza perfetta per pulire il palato, ruolo svolto dalla scarola nell’ottima pancetta di agnello prima cotta a bassa temperatura e poi nello yakitori impreziosita da caprino e pepe rosa. Una spuma di lavanda con wafer al miele ha introdotto la gustosa tartelletta di cioccolato con composta al pomodoro e l’altrettanto valido fieno e cioccolato, due dolci appaganti e giustamente non pesanti visto l’impegnativo percorso. In chiusura l’immancabile piccola pasticceria e l’ottimo espresso realizzato con una miscela di una validissima torrefazione bolognese.

Recensioni:

  • Ambiente: Aperto da un salotto attraverso il quale si accede alla bella sala che si sviluppa in lunghezza, risulta elegante ma non pesante. Una saletta più raccolta nel piano soppalcato garantisce ulteriori coperti. Impeccabile la mise en place, arricchita da simpatiche trovate come il cubo di Rubik adagiato su ogni tavolo.
  • Servizio: Perfetto. Alessandro Pipero e Achille Sardiello gestiscono la sala con grande competenza e spontaneità, coadiuvati da giovani e preparati camerieri. Di tanto in tanto lo chef Ciro Scamardella gira fra i tavoli per sincerarsi che tutto stia andando per il verso giusto.
  • Cantina: Ben pensata la carta dei vini, non estesa come in altri locali dello stesso prestigio ma ragionata, con grande presenza francese e alcune proposte di nicchia che potrebbe valere la pena rendere più numerose. Ricarichi in linea con il livello del ristorante.
  • Olio: Insieme al pane viene riempita al tavolo una ciotolina con un olio EVO siciliano monovarietale Nocellara del Belice da una bottiglia a norma.
  • Glutine:

Consigliato: 1