Il luogo di Aimo e Nadia

Indirizzo: Via Montecuccoli, 6, Milano, Lombardia

Telefono: 02/416886

Sito Web: www.aimoenadia.com

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: ricercata
  • Voto: 9
  • Prezzo: menù degustazione 250/280€
  • Chiuso: Domenica. A pranzo
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: Storica insegna milanese di alta ristorazione, anche quest’anno si conferma come una delle migliori tavole in città. Il menù racconta una grande attenzione ai territori e alle piccole produzioni, valorizzate in due percorsi molto completi “Percorsi” e “Territori” rispettivamente a 250 e 280€; volendo si possono pescare dei piatti da questi due percorsi al costo di 220 e 250€ rispettivamente per 3 e 4 scelte. Ricca e gustosa l’accoglienza affidata a una serie di eccellenti finger food: bombolone ripieno di crema alla Norma con all’esterno parmigiano grattugiato al posto dello zucchero, canelè di farina di legumi con gelatina di brandy, tartelletta di grano saraceno, caprino, barbabietola e cappero di Pantelleria, bucatino prima scottato in acqua e poi in cotto in forno a 50 gradi per 5 ore con salsa all’arrabbiata. Incredibilmente buono, nella sua semplicità, il primo antipasto, una salsa di tre pomodori con fragoline di bosco, capperi di Pantelleria e aceto di vino in botte di ginepro. È stata poi la volta del riccio di mare con tuorlo d’uovo, morbido di patate della Sila e caviale di Calvisano, altro ottimo assaggio, e della “lasagnetta” di seppia con crema di noci di Bieggio e olio Evo della Tuscia, probabilmente il miglior piatto della serata. Giustamente croccante l’asparago bianco di Bassano con mais Biancoperla, sesamo di Ispica e salsa alla vicentina, riuscito connubio mare terra nell’animella di vitello con scampi di Molfetta, lampascioni, macco di fave e salsa choron. Cottura millimetrica del cereale nel risotto Gran Riserva Carnaroli con gambero viola, burrata, origano di Vendicari e limoni di Cetara, un piatto mantecato alla perfezione ed equilibratissimo. Servizio in due tempi per il piccione cotto in una pentola di pietra ollare (lavec): il petto era un filo troppo cotto, mentre la coscetta era strepitosa; è arrivata poi in tavola una tazza con anolini ripieni di piccione e dei filetti dello stesso crudi, riempita al momento con consommé di piccione profumato alla verbena e coperta per un minuto così da cuocere gli ingredienti (molto buono l’insieme). Una composta di rabarbaro, lamponi e mirtilli rossi, spuma di pompelmo e gelatina di sidro di mele ha introdotto la variazione di mandorla: cake di mandorle e limone con gelato di latte di mandorle servito con un bicchiere di marzapane e latte di mandorle, un dolce giustamente non pesante al termine di un percorso molto completo. Congedo affidato a una sfiziosa piccola pasticceria e a un espresso scelto da una carta apposita: noi abbiamo optato per un monorigine Etiopia di una torrefazione specialty di Bergamo, trovandolo molto complesso e con una acidità morbida piacevolmente percepibile.

Recensioni:

  • Ambiente: Giocato in più salette, risulta molto elegante con tavoli generosamente dimensionati e ben distanziati fra loro. Impeccabile la mise en place. Nella sala principale uno schermo inserito all’interno di una originale finta finestra proietta un video del Duomo di Milano.
  • Servizio: Coordinato da Nicola Dell’Agnolo, risulta perfetto: fluido, cortese e alla mano, un riferimento per questo tipo di ristorazione.
  • Cantina: La carta dei vini si consulta su tablet ed è molto completa oltre che organizzata in modo originale. Sono disponibili anche cantine di nicchia con ricarichi davvero importanti sia per le bottiglie che per la proposta al calice.
  • Olio: Insieme all’eccellente pane preparato con farina di grano arso viene versato in un piattino da una bottiglia a norma un olio EVO bio monovarietale Coratina realizzato da ulivi secolari di un appezzamento riservato al ristorante da un’azienda pugliese.
  • Glutine:

Consigliato: 1