Contraste

Indirizzo: Via Giuseppe Meda, 2, Milano, Lombardia

Telefono: 02/49536597

Sito Web: www.contrastemilano.it

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: ricercata
  • Voto: 8.75
  • Prezzo: menù degustazione 180€
  • Chiuso: mai
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: Chi vuole provare Contraste (di Matias Perdomo, Simon Press e Thomas Piras ) ha piacere di andare fuori dagli schemi, almeno gastronomicamente parlando. La cucina, infatti, è qualcosa di difficilmente catalogabile: è creativa, concettuale, materica ma anche emozionante, spiazzante e divertente. Il restyling di alcuni mesi fa, che ha dato un nuovo aspetto alla sala, ha dato probabilmente anche energia nuova alla cucina, la quale quest’anno ci è sembrata meno statica, più stimolante e più centrata. La formula è sempre la stessa, ovvero due menù degustazione – Riflessi e Riflessioni -, entrambi a 180 euro, e nessuna scelta à la carte. Se il primo parte dall’idea di rivisitare la tradizione in chiave contemporanea, il secondo è un percorso in costante evoluzione, privo di schemi e ricco di contaminazioni. Descrivere i 17 piatti che arrivano a tavola non è un’impresa da poco, ma la sensazione generale alla fine è positiva, anche se (e questo lo diciamo già da molti anni) la lunghezza del percorso mette davvero a dura prova l’avventore, il quale, nonostante lo stupore e la bontà delle pietanze, inevitabilmente avverte un po’ di stanchezza alla fine. Si parte bene con i due fusilloni ricoperti da una crema al luppolo e parmigiano reggiano, su fondo di pompelmo e semi di basilico, dove l’amaro e l’umami dei due primi ingredienti erano in perfetto equilibrio, valorizzati dall’acidità dell’agrume e dall’aromaticità della pianta. Eccellente l’asparago bianco con cioccolato bianco, wasabi e pompìa (agrume di origine sarda), tra sentori balsamici, acidi e dolci; particolare il piatto con lardo di Colonnata, mandorla, avocado e piccole foglioline di verza, che introduce nel percorso l’elemento di grassezza, qui ben bilanciato. Continuando sempre con delle parti grasse, è la volta dell’interessante midollo in abbinamento alla palamita, che viene scottata leggermente, plancton e acqua di crauti a dare la nota vegetale. Non particolarmente riuscito, a nostro avviso, l’astice con oliva, mango e caffè, in cui quest’ultimo ingrediente obnubilava il tutto, mentre il gioco di consistenze diverse nella seppia scottata alla piastra abbinata al foie gras, nocciole e fondo di cime di rapa era perfetto e appagante. Buona la triglia cotta al vapore con le sue squame fritte ridotte in pezzi piccolissimi in modo tale da creare un effetto croccante, servita in un brodo leggermente acidulo. Esplosione di gusto nel piatto arachidi, frutto della passione, tendini di vitello e brodo di arrosto, in cui si passa velocemente dalle note dolci a quelle acide e dalla consistenza nervosa del tendine a quella croccante della nocciolina. Pane e vino è un piatto che va abbinato necessariamente a uno dei vini proposti nel pairing, in quanto si parte proprio dal calice di Cabernet Franc della Loira per ritrovare gli aromi terziari che mano mano sprigiona il vino nel parallelepipedo di pane (inzuppato) su cui vengono messe delle gocce di crema di peperone, di mandorla a dare grassezza, di lampone e di prugne fermentate per l’acidità e di oliva nera per l’aromaticità, con una grattugiata di radice di genziana che esalta il tutto. Non ci ha convinti del tutto il fegato di vitello con kimchi in brodo di lavanda e pinolo candito, i cui sapori non si armonizzavano, mentre il filetto di pernice con carciofo era davvero squisito, ma l’abbinamento con il brodo di crostacei da bere tra un boccone e l’altro non funzionava in quanto il suo sapore copriva tutto. Semplicemente perfetta la lombata di lepre con gazpacho di uva verde, granchio blu e riso soffiato a dare croccantezza. Originale l’accostamento della carne di capra cotta alla griglia (materica e con una masticazione volutamente tenace) con scaglie di cocco e senape. Buonissima la crema di carote caramellizzate nella vernaccia con pistacchio, bergamotto, sorbetto al fieno greco, accompagnato da un oolong, il quale introduce due piatti dolci/salati che conducono verso il dessert vero e proprio: il sorprendente caviale di pasta reidratata condita con aglio, olio e peperoncino e grattugiata di cioccolato fondente (100% di massa di cacao) e la capasanta con pala di fico d’India e cardamomo. Ottima la torta di rose servita con gelato alla vaniglia che, nonostante il numero di portate del menù, è un dolce a cui non si può rinunciare. Perfetto e ricco di aroma il caffè finale.

Recensioni:

  • Ambiente: La sala è divisa in quattro zone caratterizzate dai colori che rappresentano i 4 elementi fondamentali: terra, aria, fuoco e acqua. I tavoli sono ben dimensionati e apparecchiati, con una mise en place originalissima che coinvolge piatti (anche in silicone), posate e bicchieri.
  • Servizio: Professionale e fluido; molto bravi sia il maître che la sommelier, entrambi preparati nel proprio lavoro.
  • Cantina: La carta dei vini è davvero interessante, con cantine che spaziano sia nel mondo della viticoltura convenzionale che in quella naturale, senza pregiudizio alcuno e soprattutto proponendo nomi non scontati. Presenze ovviamente anche straniere, con la Francia in evidenza. Ricarichi alti.
  • Olio:
  • Glutine:

Consigliato: 1