Andrea Larossa
Indirizzo: Via Sabaudia, 4, Torino, Piemonte
Telefono: 011/19018365
Sito Web: www.ristorantelarossa.it
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.25
- Prezzo: menù degustazione: 87€, 137€, 157€
- Chiuso: Domenica e Lunedì
- Tavoli all’aperto: no
- Orario di apertura:
Offerte: Ubicato fuori dal centro, il ristorante di Andrea Larossa è un indirizzo gourmet da non perdere a Torino. Dopo l’esperienza con Cracco a Milano e con lo chef Kondo ad Alba, Larossa decide di aprire un ristorante tutto suo, che, dopo due anni dall’inaugurazione, ha guadagnato anche la prima stella. Il menù propone solo tre percorsi degustazione – Turin.Pop a 87 euro, l’Intenso a 137 euro e Atelier a 157 euro – attraverso i quali è possibile scoprire la cucina dello chef che parte sicuramente da un’accurata ricerca della materia prima e un’esaltazione del territorio piemontese. Dopo una serie di piccoli finger food gentilmente offerti come benvenuto – bacio di dama salato con crema di parmigiano e goccia di aceto balsamico, finta mela di bagna caoda, gelatina di brodo di pollo con aglio nero, chips di riso con brunoise di carote e maionese vegetale al limone, macaron con farcia di brasato al Barolo – abbiamo assaggiato “mamma parmigiana”, una piccola melanzana ricostruita, molto morbida, con le tre salse che richiamano gli ingredienti principali della parmigiana, ovvero basilico, formaggio parmigiano e, al posto del pomodoro, una salsa alla ciliegia che, mangiandola insieme al resto riproduce l’acidità e la dolcezza del pomodoro. Il primo antipasto del nostro percorso “Intenso” è stata la capasanta alla Rossini, con il mollusco scottato nel burro di cacao per renderla croccante fuori e morbida dentro, servita con una salsa a base di cocco e tartufo nero, scaloppa di tofu marinata nella soia e poi scottata in padella e il katsuobushi sia in chips che in petali al naturale, una preparazione nel suo insieme piuttosto equilibrata nonostante gli innumerevoli ingredienti presenti. A seguire, discreta la pancia di maialino marinata in un mix di spezie e servita con cetriolo in agrodolce, salsa di kumquat e fondo di maialino, in cui la carne, non molto tenera, a nostro avviso non era ben valorizzata dall’abbinamento scelto. Ottimi i berlingot con crema di Gruyère, pera marinata e salsa di burro bianco e tè matcha, dove la sfoglia della pasta aveva la giusta consistenza e racchiudeva un ripieno cremoso e intenso, che ben si sposava con il frutto e la salsa. L’ultima portata salata è stato il cuore di filetto di manzo, accompagnato da indivia belga alla milanese (ovvero sormontata da ragù di ossobuco), con la carne tenera e un sapore intenso. Il dolce, a base di pompelmo, meringa e salsa di cioccolato e caffè, non ci ha convinto del tutto, lasciando al palato una sensazione di dolcezza eccessiva non bilanciata dall’acidità dell’agrume. Caffè leggermente sovraestratto.
Recensioni:
- Ambiente: Il locale è molto ampio e tutto su un piano, con una parte della sala allestita davanti alla cucina e l’altra nello spazio rimanente. I tavoli sono ben dimensionati e apparecchiati da bianche tovaglie.
- Servizio: Cortese e professionale.
- Cantina: La lista dei vini è divisa in etichette del territorio piemontese e in quelle fuori del territorio che prevedono solo referenze estere, con una presenza massiccia di Champagne tra le bollicine. Ricarichi alti.
- Olio: Su richiesta ci è stato servito un olio EVO pugliese, monovarietale Coratina, in una modalità non a norma, ovvero in una oliera che, seppur bella esteticamente, non risponde ai requisiti di legge per il servizio al tavolo. Molto buono pure il burro mantecato al sale Maldon che accompagnava la “rosetta dell’amore”, un pane a forma di fiore morbido come una brioche.
- Glutine:
Consigliato: