Aminta
Indirizzo: Via Trovano, 3, Genazzano, Lazio
Telefono: 06/9578661
Sito Web: www.amintaresort.it
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: tradizionale con spunti creativi
- Voto: 8.5
- Prezzo: menù degustazione 120/180€; antipasti 25€, primi 25€, secondi 35€, dessert 20€
- Chiuso: Domenica sera; Lunedì e Martedì
- Tavoli all’aperto: sì
- Orario di apertura:
Offerte: Si ritorna a casa sempre pienamente appagati dopo una visita a questo locale immerso nella natura. Questo avviene grazie a una cucina, a una cantina, a un servizio e a un ambiente che, insieme, concorrono a creare un’esperienza di grande piacevolezza complessiva. Oltre alla scelta à la carte, sono presenti 3 percorsi degustazione – Ingredienti 120€, Vegetale 120€, Estate 180€ – i quali consentono di godere appieno della cucina di Marco Bottega, sempre in riuscito equilibrio tra tradizione e innovazione. Noi abbiamo optato per il primo, in cui i piatti sono denominati unicamente dall’ingrediente principale (scelto in base alla stagione e lavorato secondo l’estro dello chef), mentre la composizione rimanente e l’esecuzione sono a sorpresa. Abbiamo pertanto iniziato con una serie di gustosi e divertenti snack che evocavano profumi e sapori del territorio: sfera di formaggio con salsa di pere, bignè di spugnole, foie gras, yogurt con caviale, erbe di campo, “patata che voleva diventare tartufo” (con carbone vegetale e frolla di cacao). A seguire, un delicato baccalà mantecato accompagnato da crema di ceci e freschissime verdure di campo. Più corposo l’uovo barzotto panato, con crema di patate e vignarola estiva di funghi finferli, lattughino, cipollotto, un piatto dall’avvolgente cremosità. Ottime poi le lumache di terra stufate in bianco con guanciale, poste sotto foglie di lattuga e aria di prezzemolo, dalle carni sode e suggestivo impiattamento derivante anche dagli ingredienti in polvere di cui si nutre il gasteropode, a formare una vera e propria tavolozza di colori dal suggestivo impatto visivo. Si continua con la scaloppa di foie gras accompagnata da mostarda di zucca, amaretto e mela campanina, con l’intensità opulenta del fegato ben compensata dagli altri ingredienti. Parecchio corposi, ma anche più convenzionali, i pur soddisfacenti fagottini di lepre con salsa al pecorino e ortica. Notevole il maialino laccato all’anice stellato con salsa di friggitelli e petali di mela, dalla cottura e abbinamento assai riusciti. Finale in bellezza con l’orto, un vasetto con mousse di amarena, cremoso al latte, crumble di cioccolato e verdure cotte in brodo di miele, goloso dessert dal bell’impatto visivo a simulare la terra e i suoi prodotti. Buono anche il caffè, un monorigine brasiliano di giusta estrazione e dalle piacevoli note di frutti di bosco e caramello, accompagnato da valida piccola pasticceria.
Recensioni:
- Ambiente: Immerso in un suggestivo resort con piscina ed enorme parco circostante, l’interno è composto da un’unica grande sale con tavoli ben distanziati ed elegantemente apparecchiati, soffitti di legno a trave, pavimenti in cotto, bei quadri alle pareti.
- Servizio: Sicuramente un grande punto di forza, professionale, cordiale e alla mano, con l’estroverso chef che esce spesso a conversare con i clienti, dando utili spiegazioni e intrattenendo l’ospite con interessanti aneddoti.
- Cantina: Altro punto di forza: una carta enciclopedica, con grande profondità di annate, d’impostazione molto classica e ricca di etichette che hanno fatto la storia del vino, con moltissimo spazio dedicato all’estero, in particolare Champagne e, in generale, Francia. Con queste bottiglie, i prezzi sono ovviamente importanti ma con ricarichi in fondo non così elevati se si considera anche la tipologia di locale.
- Olio: Su richiesta ci è stata servita una bottiglia senza etichetta e di produzione propria, di un ottimo olio EVO blend di Frantoio, Leccino, Moraiolo e Itrana.
- Glutine:
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