Tre Galli

Storica insegna ospitata nella zona più “frizzante” del Quadrilatero che pullula di locali di ogni tipo, i Tre Galli è un avamposto della cucina della tradizione, quest’anno di nuovo centrata e quasi priva delle incertezze segnalate nella passata edizione della guida. Il menù non è vasto e si compone di una parte dedicata ai classici a cui se ne affianca un’altra con la proposta stagionale; sono inoltre disponibili taglieri di salumi e formaggi per l’aperitivo e insalate e hamburger per il pranzo. Accolti dal solito cestino del pane con in evidenza gli ottimi grissini (riforniti di continuo), abbiamo dato il via alla nostra cena con il vitello tonnato, un’interpretazione tradizionale con la carne giustamente sottile e con la salsa vecchia maniera (senza maionese); meno centrato il carpaccio di tonno rosso con salsa tzatzichi, pomodori secchi, sedano e olive in cui il pesce era totalmente nascosto dagli altri ingredienti. Ottimi, passando ai primi, sia i tajarin al ragù di fassone che gli agnolotti del ristorante Tre Galline (stessa proprietà) al sugo di arrosto; buoni pure gli spaghetti alla chitarra con scampi e lime anche se la presenza della saporita bisque metteva in secondo piano la tartare di scampi adagiata sul fondo (impercettibile il lime). Miglior piatto della serata lo stracotto di lingua di vitello servita con fagiolini e maionese alla cipolla marinata, con l’acidità di quest’ultima a controbilanciare l’opulenza della carne; sfiziosa e ben eseguita la melanzana ripiena con fonduta di pecorino e pesto di erbette. In chiusura un discreto zabaione freddo con mandorle caramellate e uva passa seguito da un caffè sovraestratto e per nulla complesso.