È sempre piacevole sedersi ai tavoli di Flavio al Velavevodetto, che stavolta abbiamo provato nel locale di Prati, aperto già da qualche anno e che va ad affiancare lo storico indirizzo di Testaccio. Se lo stile di cucina dei due locali è il medesimo – con grande spazio alla tradizione, declinata in prodotti del territorio e ricette di impronta squisitamente capitolina – ai “Quiriti” la clientela è meno turistica e più di quartiere. Pur a fronte di un menù tipico e ormai consolidato, il successo di pubblico non accenna a diminuire, quindi la prenotazione diventa necessaria. Per la prova di quest’anno abbiamo iniziato con degli antipasti vegetali a base di carciofo, sia nella versione alla romana che alla giudea, che si sono rivelate entrambe soddisfacenti, rispettose della materia prima, che emerge in purezza nel primo caso e non è mortificata dall’eccesso di untuosità nel secondo. Interessante anche la parmigiana di zucca, sebbene leggermente troppo unta. Tra i primi abbiamo scelto un grande classico di Flavio, i tonnarelli cacio e pepe impeccabili nell’amalgama tra formaggio e acqua di cottura, con la spezia giustamente in evidenza. Altrettanto buoni i tortelli con broccolo romanesco, fonduta di pecorino e mandorle tostate, dove il gusto dell’ortaggio emergeva piacevolmente a bilanciare la “forza” casearia. Un classico anche per il secondo, polpette di bollito accompagnate da scarola con olive e pinoli: un piatto nato per recuperare gli avanzi che, quando confezionato bene, è di completa soddisfazione. Chiusura affidata alla torta ricotta e visciole, non pienamente convincente perché sbilanciata nelle componenti a scapito della marmellata. Caffè di buon aroma e giusta estrazione.
Veloce, efficiente e cortese ma scarsamente empatico, come non ci si aspetterebbe in un locale del genere.
A richiesta ci è stato servito un olio EVO laziale, blend di Frantoio, Leccino e Caninese in bottiglia a norma.
Buona la carta dei vini che privilegia le cantine laziali ma offre la possibilità di scegliere prodotti di altri territori e qualche bottiglia bio-natur con ricarichi corretti. Discreta la proposta alla mescita.
Colori e arredi soft, apparecchiatura classica e tavoli piuttosto ravvicinati nell’ampio locale suddiviso in diversi ambienti ma tutti praticamente a vista. Piacevole lo spazio all’aperto allestito sulla piazza.
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