Enò

Nata nel maggio di quest’anno, questa enoteca ci ha conquistato non tanto per l’ampiezza della proposta, invero piuttosto limitata rispetto ad altre insegne capitoline, ma per il coraggio di puntare su cantine non note ai più, scelte con grande competenza senza posizioni preconcette verso alcune filosofie vinicole. Originali pure gli arredi e la disposizione delle bottiglie, con una sorta di gradinata in cemento che, con un po’ di fantasia, ricorda gli spalti di uno stadio. In fondo, nella parte più nascosta del piccolo locale, c’è il “caveau”, uno spalto dedicato alle etichette particolarmente amate dai due proprietari. Oltre all’attività di vendita – disponibili pure alcune eccellenze gastronomiche – non c’è quella di somministrazione, ma il Club Enò, un gruppo Whatsapp a cui si accede scrivendo il proprio numero su un taccuino old style per essere avvisati su degustazioni guidate e incontri con il produttore. Ultima menzione per Carolina Nuccetelli, sommelier competente, gentile e disponibile che guida con maestria l’avventore verso l’acquisto.