Storico ristorante di indole toscana che fa della classicità della proposta e dell’ambiente il suo tratto distintivo. Varcare la soglia di questo indirizzo ospitato nel quartiere Italia e salire i pochi gradini che portano alle sale principali, infatti, è come fare un tuffo negli anni ’80, sensazione confermata alla vista del menù, quest’anno arricchito da alcune proposte degustazione dai 50 agli 80€ (a pranzo è disponibile una formula leggera a 35€). L’accoglienza è affidata a bastoncini di polenta fritta e a delle strisce di focaccia a cui abbiamo fatto seguire l’antipasto completo, al solito di discreto livello nei salumi (prosciutto, finocchiona e mortadella) e nella caciotta fresca; decisamente più appaganti il crostino con paté di fegatini, la stracottatina (polpetta fritta di stracotto di manzo con uvetta e pinoli) e il fiore di zucca. È stata poi la volta di gustose e abbondanti pappardelle alla lepre, seguite dal buon prosciutto di cinta senese cotto al forno e proposto con odori a brunoise. Piacevole, anche se filologicamente non proprio corretto, il vitello tonnato, cotto oltre misura, servito con una salsa incisiva e affiancato da patate al forno e mezzo pomodoro ripieno di salsa tonnata (buon connubio), ma la palma del miglior secondo, fra quelli provati, va alla braciola di cinta senese con patate al forno, cotta e condita alla perfezione. In chiusura si può optare per i classici dolci o “accontentarsi” dei biscotti portati al tavolo con menzione particolare per i cantucci al cioccolato. Congedo da dimenticare per via di un espresso decisamente sovraestratto con il sentore di bruciato quale unico protagonista.
Il personale è lo stesso da anni e risulta quindi affiatato e veloce. Lo stile è piacevolmente informale e la cortesia non viene mai meno.
Anche questo aspetto è totalmente da rivedere. Alla richiesta di olio viene portata un’ampolla senza etichetta, quindi non a norma per il servizio al pubblico.
Solita carta, soliti difetti. La “selezione” punta sui nomi noti riportati senza indicazione dell’annata e con ricarichi non omogenei, in alcuni casi vantaggiosi, in altri decisamente meno. Una “svecchiata” sarebbe auspicabile.
Entrando, sulla sinistra, c’è una piccola saletta al piano seminterrato adatta per gruppi (raramente l’abbiamo vista utilizzata), mentre salendo una rampa di scale si accede alle tre sale arredate in modo classico con tavoli dalla tradizionale mise en place.
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