Da Gino

Piccolo segno di stanchezza per questo locale storico, vero e proprio prototipo dell’autentica osteria romana, che non si è mai giustamente adeguato alle mode del momento. Da Gino si continua infatti a venire per ritrovare le preparazioni semplici e ripetitive della cucina di casa dei nostri avi. A dire il vero la fattura dei piatti non è mai stata impeccabile, quest’anno però le visite ci hanno convinto di meno che in passato e indotto a ridurre il piccolo bonus che abbiamo sempre rilasciato in omaggio all’atmosfera del tempo che fu. Pochi e basilari gli antipasti disponibili, per cui abbiamo deciso di iniziare con il classico carciofo alla romana, gustoso ma un pizzico tenace. Gagliarde e saporite le alici gratinate con indivia, sicuramente il miglior piatto provato quest’anno. Deludenti, invece, le penne ai broccoletti, piatto semplicissimo ma pesante, penalizzato da un eccesso di olio di qualità non eccelsa. Solo discreto l’agnello alla scottadito. In chiusura una casalinga fetta di crostata alle visciole, cui non è stato possibile accompagnare un caffè, in quanto non previsto dal menù.