Al Garghet

Voto: 7.5 su 10

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Campagna Amica
OFFERTA

Ai margini della città, andando verso sud in zona Gratosoglio, questa piccola “gemma” gastronomica si nasconde nella campagna popolata dalle colonie di rane, che non a caso sono anche il simbolo del ristorante. L’antico casale rustico, risalente al XIII secolo e ben riqualificato, è un accogliente biglietto da visita che, insieme alla cucina tipica lombarda, fa del Garghet un indirizzo da tenere a mente per una piacevole gita fuori porta. Per iniziare abbiamo assaggiato i bombolon con i salumi di Marco D’Oggiono, degli gnocchi fritti ben cotti con squisite fette di prosciutto crudo, mortadella e bresaola; ottimi anche i “fiur de suca” impanati e fritti alla milanese, rigorosamente ripieni di mozzarella e alici, con polenta e fonduta di grano lodigiano come accompagnamento. Tra i primi abbiamo optato per il “risott d’està”, un riso carnaroli Salera cotto al dente e mantecato con pomodoro, olio extra vergine d’oliva, coulis di datterino giallo, datterino rosso confit, polvere di pomodoro e germoglio di basilico: una rapsodia ben bilanciata tra acidità e dolcezza. A seguire, sua maestà la “cutuleta” alla milanese, accessibile solo su prenotazione, con carne di ottima qualità, fritta a dovere nel burro come da ricetta tradizionale. Chiusura con un caffè decisamente sottoestratto.

AMBIENTE

Al Garghet ci sono svariate sale a disposizione del cliente: interne, arredate con un stile rustico ma curato, esterne con lo splendido giardino che funge da dehors.

SERVIZIO

Disponibile ma al contempo un po’ inesperto.

CANTINA

Ricarichi corretti per una cantina abbastanza “classica” che offre un’ampia scelta di vini italiani (soprattutto Lombardia e Piemonte) e qualche proposta straniera, in particolare francese.

OLIO

Su richiesta ci è stato servito un olio EVO siciliano, blend di Cerasauola e Nocellara, nella bottiglia a norma.

CHIUSURA
Lunedì