Felix Lo Basso
Indirizzo: Via Carlo Goldoni, 36, Milano, Lombardia
Telefono: 02/45409759
Sito Web: www.felixlobassorestaurant.it
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.25
- Prezzo: menù al buio 230€
- Chiuso: Domenica e Lunedì; aperto solo la sera
- Tavoli all’aperto: no
- Orario di apertura:
Offerte: Esuberanza, simpatia e creatività sono sicuramente alcune delle doti di Felice, Felix per il grande pubblico, Lo Basso, chef pugliese che da diversi anni si è trasferito al Nord, prima in Alto Adige e poi a Milano, con questo nuovo progetto gastronomico che mette l’avventore a strettissimo contatto con la cucina e il lavoro dei cuochi. Infatti, qui, c’è solo lo chef’s table e si mangia tutti allo stesso orario. In questo modo, il bancone sulla cucina a vista diventa il palcoscenico dello chef-mattatore, che, con un’energia contagiosa e inesauribile, dirige il tutto come se fosse in TV, d’altronde non è estraneo a questo tipo di esperienza, visto che ha partecipato a numerose trasmissioni. Il menù lo si scopre mano mano ed è strutturato in 5 sessioni che esprimono i viaggi, il mare, le verdure, la terra e i dolci, con le portate che cambiano ogni mese e alcuni piatti signature che lo chef ripropone, come il piatto a base di seppia di cui non si butta via niente, un po’ come per la carne del maiale: alla base una panna cotta di seppia con sopra un ragù preparato con l’inchiostro del mollusco e un pan brioche croccante e, infine, un gelato all’olio di seppia, yuzu e aglio nero. Si parte in quarta con “i viaggi”, una serie di finger food sfiziosi e ben presentati, come la panna di cotta di baccalà con gel di mela verde e pelle fritta del baccalà stesso, la mini pizza fritta ripiena di merluzzo, cipollotto stufato, olive, pomodorini, tipica della zona di Molfetta, un waffel di nocciole con foie gras al centro e gelatina di lampone, l’omaggio a Milano, ovvero un cono croccante allo zafferano ripieno di osso buco e gremolada, e, infine, il cioccolatino di oliva che “esplode” in bocca. Il mare è degnamente rappresentato da un’ostrica Royal ricoperta da una crema che è un mix tra panna acida e yogurt, con caviale limone a dare la nota acida, dalla cozza barese ripiena di uovo, pecorino romano, aglio e odori e poi cotta al sugo, e dal tartufo di mare cotto al sale e poi abbinato a una spolverata di tartufo di terra e spuma di Champagne, dall’accostamento, a nostro avviso, poco armonico. A seguire, l’esplosiva caramella di triglia con miele di chorizo, crema di piselli e piselli disidratati e crema di peperone arrostito, con sopra una lisca croccante da mangiare che completa la scenografica presentazione. La sezione delle verdure è stata aperta da un cappuccino di asparagi, con la base di burro di arachidi e liquirizia, tarallo pugliese sbriciolato, brunoise di asparagi bianchi (presenti anche sotto forma di spuma), crema di asparagi verdi e “merletto” croccante preparato anch’esso con le arachidi e gocce di gel di liquirizia (quest’ultima risultava leggermente invadente). L’originale minestrone elevato a piatto gourmet è la seconda portata del percorso dedicato alle verdure di stagione, con un fiore di gelatina ricavato dal brodo vegetale, i cui petali vengono farciti da 9 tipi di verdure in forme e consistenze diverse. Gnocco di patata agria altoatesina (che ha un profumo deciso di terra) lavorata con un gelato di erbe, ripieno di funghi champignon (che compaiono anche a lamelle sottili sopra) e poi ripassato nel burro e limone nero dell’Arabia Saudita; su tutto la polvere di porcini. Meno incisivo e anche poco equilibrato l’uovo di quaglia cotto a bassa temperatura con agretti conditi con olio e limone e salsa allo zafferano e oro, che ha aperto la sezione “terra”, seguito da degli strepitosi tortelli ripieni di ragù pugliese su crema di formaggio e da un’ottima patata novella cotta al cartoccio con burro e tre tipi di spezie, svuotata, fritta e poi farcita con una tartare di diaframma di wagyu della Nuova Zelanda condita con senape, sesamo e uovo, con sopra il quark (ricotta particolarmente acida) e caviale. Il tacos croccante realizzato con una purea di frutti di bosco lavorata sapientemente, ripieno di crêpe farcita con cioccolato bianco (leggermente stucchevole) e accompagnato da meringa sbriciolata e gelato alla menta (molto buono) apre la sezione dei dolci, che si completa con piccoli finger food da gustare in un’altra sala appositamente allestita per terminare il pasto con il caffè – leggermente sottoestratto ma dal buon aroma-, amari o distillati.
Recensioni:
- Ambiente: La simpatica sagoma del gorilla, simbolo del ristorante e animale amato dallo chef sin da bambino, accoglie gli avventori all’ingresso. L’arredo è elegante e curato nei minimi dettagli, con il bellissimo bancone dove si mangia disposto di fronte alla cucina e le bellissime stoviglie che denotano attenzione per i particolari.
- Servizio: Professionale, puntuale e ben rodato.
- Cantina: La carta dei vini non è molto ampia ma è composta sia da nomi noti dell’enologia nazionale e internazionale, soprattutto Champagne, che da qualche etichetta più di nicchia. Ricarichi elevati. Per bere al calice ci si affida direttamente al personale, ma senza conoscerne il prezzo prima, come del resto per il conto finale (ben 26 assaggi al prezzo di 230 euro, comprensivi di acqua e caffè).
- Olio:
- Glutine:
Consigliato: