Casa Vicina
Indirizzo: Via Ermanno Fenoglietti, 20/B – Green Pea, Torino, Piemonte
Telefono: 011/6640140
Sito Web: www.casavicina.com
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.5
- Prezzo: antipasti e primi 33€, secondi 47€, dolci 25€; menù degustazione 110/150€
- Chiuso: Domenica, Lunedì
- Tavoli all’aperto: sì
- Orario di apertura:
Offerte: Il ristorante della famiglia Vicina si conferma un ottimo indirizzo torinese dove mangiare una cucina tradizionale rivisitata con moderazione e in modo rispettoso, magari alleggerendo alcune preparazioni, però senza mai svilirle. La carta propone le singole portate, oltre a un menù Emozionale composto da 9 piatti (sia salati che dolci) a 110 euro; solo a pranzo, dal martedì al venerdì, c’è un menù light lunch a 60 euro per 4 piatti, compreso il dolce. Un simpatico appetizer a base di chips fatte in casa, servite su una targhetta che riproduce nella grafica il logo di un noto marchio commerciale di patatine fritte a cui fa il verso mettendo il nome dello chef, in questo caso con la sigla San Claudio, è il benvenuto della cucina: c’era quella con il vitello tonnato, con l’insalata russa, con salmone e panna acida e con l’acciuga in rosso. Ottima la rivisitazione della bagna caoda servita in un bicchiere da cocktail Martini, quindi da bere più che da mangiare, per un’esperienza davvero appagante nei confronti di uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria piemontese. Discreta la farinata di ceci soffiata (leggera come una chips) con baccalà mantecato, leggermente sbilanciata nelle proporzioni. Buoni i fegatini di pollo in insalata tiepida di verdure fresche (nel nostro caso asparagi), dove però il sapore, naturalmente ferroso, del fegato tendeva a prevalere sul resto. Ben fatti i ravioli di spinaci (utilizzati nell’impasto della sfoglia) con ripieno di ricotta di bufala e maggiorana, per i quali ci è stata servita un’antica rotellina “taglia pasta” da utilizzare per staccarli, in quanto la forma di partenza è un quadrilatero, in omaggio a una delle zone più caratteristiche della città. Superbo il rognone di vitello à la coque, lasciato quindi un po’ rosa in cottura, su vellutata di senape e aglio in camicia. Interessante la panna cotta “sukaj” che vuole ricordare il sapore delle caramelle alla liquirizia, mentre il dolce vero e proprio è stato un sontuoso Monte Rosa, versione estiva del Mont Blanc, dove la meringa spezzata ricrea la forma del monte e ricopre uno strato di panna e fragole, per un sapore confortante che ci accompagna sin da quando siamo piccoli. Infine, per festeggiare il bicentenario del Museo Egizio di Torino, lo chef ha creato un gianduiotto speciale a forma di sfinge, chiamato per l’appunto la ciocco-sfinge, in cui il cioccolato gianduja si fonde con il sapore del dattero, a sottolineare la valenza di uno dei frutti più utilizzati a quell’epoca. Leggermente sovraestratto il caffè, che comunque aveva un piacevole aroma.
Recensioni:
- Ambiente: Ubicato al terzo piano del Green Pea, vicino a Lingotto, il ristorante si presenta con una grande sala e tavoli ben dimensionati e apparecchiati; d’impatto la parete dei vini in vetro che ospita numerose bottiglie. Una piccola terrazza si anima di qualche tavolo quando il tempo lo consente.
- Servizio: Preciso, fluido e cortese, di quella gentilezza non di maniera.
- Cantina: La carta dei vini è ampia e giustamente focalizzata sul Piemonte, con un ordine per regione e per vitigno. Sono presenti per lo più nomi noti: qualcosa in più si potrebbe fare per le cantine di nicchia, anche del mondo bio natur. Ricarichi medi.
- Olio: Su richiesta ci è stata servita una bottiglia di olio EVO ligure, monovarietale Taggiasca, nella bottiglia a norma.
- Glutine:
Consigliato: 1