Cannavacciuolo Bistrot
Indirizzo: Via Umberto Cosmo, 6, Torino, Piemonte
Telefono: 011/8399893
Sito Web: www.cannavacciuolobistrot.it
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.5
- Prezzo: antipasti 30/40€, primi 30/40€, secondi 35/40€, dolci 20/25€
- Chiuso: Lunedì; Martedì a pranzo
- Tavoli all’aperto: sì
- Orario di apertura:
Offerte: È la sede torinese del celebre chef Antonino quella ospitata all’ombra della Gran Madre, che quest’anno premiamo con un quarto di voto in più per via di una proposta che ci è parsa più centrata ed originale, con diverse contaminazioni orientali ben riuscite. Il menù è aperto dai due percorsi degustazione “I Classici” e “Questione di attimi” rispettivamente a 120 e 140€ (quest’ultimo rincarato di 10€ rispetto allo scorso anno) seguiti dalla carta da cui scegliere liberamente. Corretta l’accoglienza con la consegna della carta dei cocktail/calici con cui aprire il pasto, così da consentire una scelta consapevole, e piacevole la serie di appetizer: crocchetta ripiena di ragù napoletano (delicata), tartelletta di pasta brie con patate viola, focaccia con prosciutto e bao ripieno di burro alle acciughe con sopra bagnetto verde. Originale pure la proposta del pane, con in evidenza le coreografiche sfoglie con il nero di seppia a disegnare la sagoma della Mole Antonelliana, accompagnato da burro con sale Maldon. Partenza vera e propria con il salmerino servito a mo’ di cestino con foglie di spinaci fresche e terminato al tavolo con salsa ponzu, seguito dal risotto Carnaroli mantecato all’olio EVO con bottarga di tonno, crema inglese all’aglio dolce, prezzemolo in polvere e gel al limone, una preparazione eccellente, con la giusta spinta acida e il cereale cotto alla perfezione. È stata poi la volta del branzino in alga nori con cilindro di peperone fritto su salsa olandese al levistico, con al fianco peperone in tempura ripieno di pomodori, olive e capperi, altro piatto equilibrato e convincente. Impeccabile, poi, il piccione con il petto cotto magistralmente su salsa di fondo di piccione e foie gras d’anatra, samosa con tartare di fichi, a parte un pentolino con fegatini di piccione cotti nel suo fondo (saporitissimo). Una rinfrescante cheesecake giapponese all’albicocca con gel allo yuzu e gel al tè nero ha introdotto la girella di nocciola, rocher e granita al wasabi e limone, un dolce giustamente non pesante, perfetto al termine di un percorso così completo. Vista questa attenzione, non condividiamo la scelta della piccola pasticceria, che se mangiata per intero appesantirebbe non poco l’esperienza soprattutto per la presenza del babà alla crema e della sfogliatella, chiari omaggi alle origini dello chef Cannavacciuolo, ma inadeguati, a nostro avviso, ad essere serviti come congedo. Ultima nota sul caffè, non all’altezza del resto: privo di complessità e caratterizzato da una tostatura eccessiva.
Recensioni:
- Ambiente: Le diverse salette si susseguono in un contesto elegante e moderno al tempo stesso, con quella in fondo che ha la vista privilegiata sulla cucina. Curata la mise en place.
- Servizio: Preciso, competente e più disinvolto che in passato.
- Cantina: Consultabile su tablet la proposta enoica che ha il merito di una bella estensione e di non soffermarsi sui soliti noti, con proposte anche di nicchia. I ricarichi sono importanti, così come quelli dell’offerta in mescita.
- Olio: Su richiesta è stata riempita a tavola una ciotolina con un olio EVO pugliese, monovarietale Coratina, direttamente da una bottiglia a norma.
- Glutine:
Consigliato: 1