Bistrot 64

Indirizzo: Via Gugliemo Calderini, 64, Roma, Lazio

Telefono: 06/3235531

Sito Web: www.bistrot64.it

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: tradizionale con spunti creativi
  • Voto: 7.75
  • Prezzo: antipasti 20/22€, primi 17/26€, secondi 32/36€, dolci 13€
  • Chiuso: Domenica e Lunedì. A pranzo
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: L’anno scorso vi parlammo del new deal di Bistrot 64 come di un progetto interessante con ampi spazi di miglioramento, che, alla luce della visita di quest’anno, iniziano ad essere colmati tanto da giustificare un incremento di voto. Il menù racconta una cucina di ricerca, ricca di contaminazioni orientali che non disdegna, però, di proporre i primi della cucina romana in un’interessante formula mezza porzione (50g) e porzione intera (100g). Sono presenti pure due percorsi degustazione da 5 e 8 portate, Evoluzione e Innovazione, rispettivamente a 70 e 95 euro, in gran parte composti da piatti assenti dalla carta a discrezione dello chef. Accolti da dei simpatici appetizer, fra i quali abbiamo particolarmente apprezzato la sfera di prezzemolo ripiena di funghi misti e il panipuri con ricotta di anacardi e crema al limone salato con fave, abbiamo dato il via alla nostra cena con delle lenticchie nere su crema di porro, nocciole tostate e in crema, un piatto inizialmente piacevole ma alla lunga pesante per via della mancanza di un contrasto acido che lo avrebbe alleggerito. Contrasto che invece era presente nell’assoluto di zucca consistente in un millefoglie di patate e zucca e in zucca cotta sottovuoto con estratto di zucca che poi viene ridotto e utilizzato per glassarla con sopra i suoi semi tostati; detto contrasto era garantito da una kombucha di zucca servita in provetta da sorseggiare fra un boccone e l’altro. Eccellente pure lo stracotto di vitello con sopra pomodoro pelato e cialda di pane terminato al tavolo con fondo di vitello, così come abbiamo apprezzato i bottoncini ripieni di cavolfiore con lamelle di cavolfiore crudo, polvere di tè nero affumicato, perfetto per dare la nota fumé, e terminato al tavolo con brodo di pane. Miglior piatto della serata, però, si sono rivelati i pici acqua e farina mantecati con burro di Normandia e colatura di alici su crema di ’nduja, polvere di limone bruciato e katsuobushi, una vera esplosione al palato con tutte le tendenze (piccante, salata, acida) in armonia. Decisamente meno interessante la bistecca di Lion’s Mane (fungo) cotta nel grasso di manzo e terminata con un fondo del fungo stesso, più un esercizio di stile che un piatto in grado emozionare. Si risale con il maiale marinato al koji e servito con miso alla cacciatora e crema di cicoria simpaticamente disposta nel piatto a ricreare la sagoma di un maiale. Un delizioso gelato al latte di pecora e riduzione di melograno ha introdotto la mousse di cioccolato bianco e amaretti, con caviale di amaretti, olio e polvere di nasturzio e gelato al caffè, un dolce molto interessante e per nulla pesante, seguito da un buon espresso servito in tazza grande.

Recensioni:

  • Ambiente: La ristrutturazione del 2023 ha portato beneficio a questo locale, ora elegante nel suo arredamento minimal ma curato, con i bei tavoli in legno lasciati nudi e dalla giusta mise en place. Piacevole la musica di sottofondo.
  • Servizio: Molto preparato, disponibile e gentile, a volte dà la sensazione di un certo autocompiacimento, peraltro non fastidiosa, visto che la sostanza c’è.
  • Cantina: Non molto estesa, ma pensata, la carta dei vini vanta belle etichette anche di piccoli produttori, anche se ha la pecca di trascurare totalmente alcune regioni. Medio alti i ricarichi, offerta alla mescita correttamente scritta.
  • Olio: Insieme alla pagnotta di pane di produzione propria, viene versato in un piattino da una bottiglia a norma, un ottimo olio EVO di Blera (VT) blend di Leccino, Frantoio e Canino, peraltro ben illustrato dal personale.
  • Glutine:

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