Almatò
Indirizzo: Via Augusto Riboty, 20/c, Roma, Lazio
Telefono: 06/69401146
Sito Web: www.almato.it
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: creativa
- Voto: 7.5
- Prezzo: menù degustazione 60/100€, antipasti 23/26€, primi 22/29€, secondi 38/40€, dolci 14€
- Chiuso: Domenica e Lunedì, tranne il primo Lunedì del mese
- Tavoli all’aperto: sì
- Orario di apertura:
Offerte: Fa un bel balzo in avanti questo ristorante aperto da non molti anni a due passi da Piazzale Clodio, che sembra aver raggiunto una maturità ben percepibile nei piatti da noi assaggiati quest’anno. Il menù propone dei percorsi degustazione che vanno dai 60 ai 100 euro e che contemplano dalle 4 alle 8 portate, oltre la scelta singola delle pietanze che spaziano tra carne, pesce e verdure di stagione. Sempre gradita l’accoglienza affidata a un calice di bollicine accompagnato da diversi appetizer tutti sfiziosi: patata con ketchup leggermente speziato, mini cono con farcia di wasabi e semi di sesamo, sfera di melone bianco in osmosi, triangolo di pasta brisée con stracchino e gocce di passion fruit poggiata su una simpatica trappola per topi, tartelletta croccante con ricotta e frutti di bosco e uovo di quaglia impanato e fritto. Sapore intenso per il mini maritozzo farcito con carne di agnello alla picchiapò e pezzi croccanti sedano a dare freschezza, a cui abbiamo fatto seguire delle ottime tagliatelle con ragù di coniglio, beurre blanc all’arancia e tartare di olive verdi, dall’amalgama perfetto e in equilibrio. Tenera come il burro la fettina di filetto di manzo servita con un fondo di kombucha di carciofo e salsa alla vignarola con carciofi croccanti. Originale e gustoso il pre dessert che ha rivisitato un grande classico della cucina campana, ovvero la melanzana con il cioccolato: qui è stata presentata sotto forma di panna cotta alla melanzana con cioccolato fondente sopra e un piacevole sentore di menta. Il dolce ananas, salvia e wasabi vuole ricordare a livello sensoriale (a detta dello chef che lo ha servito personalmente al tavolo) un raviolo ricotta e spinaci, in realtà è meringa poco zuccherina, curd a base di salvia e ananas, dadolata di ananas marinata e arrostita e gelatina di wasabi e ananas con un pizzico di sale Maldon, buono nel complesso in quanto poco dolce e della giusta dimensione, come del resto tutte le porzioni che consentono di arrivare a fine percorso sazi ma non appesantiti. Dalla carta dei caffè abbiamo scelto un’arabica Brasile ben estratta e dalla crema densa e persistente.
Recensioni:
- Ambiente: L’unica sala interna è arredata in uno stile contemporaneo e minimalista, con comode sedute e tavoli lasciati senza tovaglia, ma con bei tovaglioli di stoffa. Curata la mise en place. Con la bella stagione è disponibile pure un dehors disposto sul marciapiede di fronte al ristorante.
- Servizio: Lo abbiamo trovato meno impostato e più fluido, ma sempre cortese e preciso.
- Cantina: Nella carta dei vini abbondano i nomi “noti” rispetto a cantine di nicchia che ci saremmo aspettati di vedere e che andrebbero a braccetto con l’idea di cucina. Oltre alle etichette convenzionali sono presenti anche alcune appartenenti al mondo bio natur. Le opzioni al calice sono riportate a inizio carta, ma i ricarichi, così come per le bottiglie, sono tarati verso l’alto.
- Olio: Su richiesta ci è stata servita una bottiglia a norma di olio EVO pugliese composto all’80% da Coratina; in un secondo momento ci sono stati fatti assaggiare anche altre due tipologie di olio EVO, sempre pugliesi, di un’altra azienda che entrerà a far parte della proposta del ristorante: una monocultivar Coratina e una monovarietale Peranzana, entrambi buoni.
- Glutine:
Consigliato: 1