Fa il suo ingresso in guida questa trattoria posta a fianco dell’omonimo bar nella zona industriale di Monterotondo. L’orario di apertura, limitato al pranzo nei giorni feriali, potrebbe far pensare a un indirizzo dalla proposta basica; invece, qui si propongono piatti sì semplici, ma ispirati alle tradizioni regionali di cui il nostro Paese è ricco, con un occhio attento alla stagionalità degli ingredienti, con esiti non sempre riusciti per un livello complessivo comunque discreto. Giunto in tavola un cestino del pane che prevedeva due buone focacce e un pane sciapo da dimenticare, abbiamo dato il via al nostro pasto con il buon “Terra-Cina” ovvero degli sfiziosi involtini di pasta fillo ripieni di vignarola rinforzata con guanciale e pecorino, a cui abbiamo affiancato la meno incisiva “Pink Lady”, un’insalata russa in rosa per via della rapa rossa piuttosto anonima a cui abbiamo preferito l’ottimo prosciutto di Parma stagionato 36 mesi. Fra i primi ci ha convinto la girella (pasta all’uovo realizzata con 36 tuorli per chilo di farina) ripiena di ricotta e caprino con ragù di ciauscolo e riduzione di vino rosso, mentre gli spaghetti Felicetti alla carbonara erano ben cotti e con la giusta crema, ma scontavano un sapore acre dato dal grasso sciolto del guanciale dosato con mano allegra. Alti e bassi pure con i secondi: se da una parte abbiamo apprezzato sia le bombette pugliesi con crema di patate viola e (ottime) cime di rapa che le polpette di manzo in salsa di pomodoro e basilico, non possiamo dire lo stesso del vitello tonnato, per via della carne un filo troppo cotta e soprattutto per una salsa tonnata sovrastata dalla maionese e priva del necessario spunto acescente. Fra i contorni segnaliamo le sfiziose chips di patate da preferire ai peperoni arrosto serviti freddi di frigo e ai carciofi in casseruola privi di mordente. Buoni la zuppa inglese e il crème caramel con cui abbiamo concluso il pasto, seguiti da un caffè privo di complessità e leggermente sottoestratto accompagnato da bon bon di cioccolato fondente ripieni di pastiera.
Tutto al femminile, si fa apprezzare per cortesia e disponibilità, anche se i tempi risultano piuttosto lunghi, probabilmente non adatti a chi vuole fare una pausa pranzo veloce di lavoro.
Su richiesta ci è stata portata in tavola una bottiglia a norma di uno olio EVO del Gargano imbottigliato e distribuito da aziende del padovano, in verità piuttosto mediocre.
Non estesa ma sicuramente da plauso la carta dei vini, che non contempla i soliti nomi, ma si cimenta con diverse produzioni bio natur caricate con mano equa e descritte con dovizia di particolari.
Giocato su più sale arredate in modo semplice a cui sia aggiunge il bel dehors, risulta accogliente e piacevolmente informale. Corretta la mise en place.
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