Roscioli

Occorre prenotare per tempo se si vuole trovare posto ai tavoli di questo vero e proprio tempio dell’enogastronomia, notissimo da anni anche al di fuori dei confini nazionali. La proposta è di stampo tradizionale, pur non priva di spunti creativi, anche se Roscioli dà sicuramente il meglio di sé nei piatti “non cucinati”, in particolare negli innumerevoli antipasti a base di materie prime di eccellenza in bella vista nello scenografico bancone, che hanno come adeguato accompagnamento l’abbondante cestino di squisiti pani misti provenienti dalla famosa panetteria di famiglia situata a pochi metri di distanza. Noi abbiamo però iniziato con delle fantastiche alici fritte con salsa tartara fatta in casa, dalle carni saporitissime, sode e croccanti, con la frittura pressoché perfetta. Meno convincenti i ravioli di coda e pecorino, immersi in una salsa cremosa di foie gras e mosto di fichi leggermente piccante, un piatto eccessivamente opulento e un po’ pasticciato, in cui la rivisitazione della tradizione romanesca giocata su toni agrodolci non funziona a dovere. Si risale decisamente con il secondo, lo sgombro con spuma di sedano rapa, friggitelli e barbabietola, un piatto equilibrato tra sapori e consistenze diverse, con al centro le straordinarie proprietà del pesce azzurro dal sapore deciso, qui perfettamente interpretato. Fresco e piacevole il dolce, una mousse allo yogurt con composta di lamponi e crumble al pepe di Cubebe. In conclusione, una tazzina di caffè di ottima estrazione e persistenza, accompagnata da ciambelline da intingere in una ciotolina di cioccolato.