La tradizione romanesca è veracemente rappresentata da questa osteria, immutata nel tempo e lontana da mode e tendenze culinarie. La cucina non delude e presenta un menù che si muove tra piatti classici realizzati con mano sicura, buone materie prime e un’atmosfera popolare con tanto di stornellatore professionista che gira tra i tavoli. I piatti sono riportati sull’intramontabile lavagna-treppiedi che viene lasciata davanti al tavolo e finalmente i prezzi sono visibili grazie a un QRcode da cui poter accedere ad un menù online. Abbiamo aperto la nostra cena con alcuni fritti, asciutti e croccanti, tra cui le golose alici, il carciofo alla giudia, purtroppo non pulito alla perfezione e con i petali esterni abbastanza coriacei, e le saporite olive ascolane. Passando ai primi, abbiamo trovato eccellenti gli gnocchi all’amatriciana, con il sugo dal sapore genuino ed equilibrato; altrettanto gustosi i ravioli di burrata con porcini, migliorabili i tagliolini al ragù di alici fresche, finocchietto e pecorino ai quali mancava la giusta armonia tra gli ingredienti. Passando ai secondi, saporito anche se leggermente tenace il pannicolo di manzo in padella caratterizzato da un intingolo con molto olio, gustosi i saltimbocca alla romana risultati morbidi e saporiti. Chiusura in dolcezza con una classica crema catalana realizzata in modo corretto a cui abbiamo affiancato un caffè solo leggermente sovraestratto.
Decisamente alla mano, simpatico e veloce tanto da farsi perdonare errori veniali che altrove verrebbero sottolineati. Sono previsti due turni, obbligatorio prenotare.
Su richiesta ci è stato portato a tavola un olio in una bottiglia non a norma e senza etichetta, del quale non è stato possibile conoscere provenienza e cultivar.
Una carta molto breve e semplice con etichette note a cui si affianca il classico vino sfuso della casa.
Locale senza fronzoli con molti coperti, non sempre comodi, che aumentano nella bella stagione grazie al dehors.
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