È ormai a tutti gli effetti un’insegna gourmand questa (non) osteria di Fiumicino che abbiamo visto crescere di anno in anno. Protagonista indiscusso è il mare, tanto che se qualche commensale gradisce preparazioni di terra deve avvertire all’atto della prenotazione in modo che la cucina si possa attrezzare. Confermiamo, pertanto, l’ottimo voto della passata edizione che, per quasi tutti i piatti, può risultare eccessivamente parco, ma una cottura sbagliata di un secondo e alcune imprecisioni nel servizio ci inducono prudenza. Il menù si apre con tre percorsi degustazione a un prezzo compreso fra 65 e 90 euro, purtroppo vincolanti per l’intero tavolo, con l’ultimo dedicato alla “macelleria di mare”, vera specialità dello chef Marco Claroni. Ottima l’accoglienza affidata a una morbida focaccia servita con alici e burro (senza il coltello per spalmarlo, operazione affidata alla forchetta, unica posata presente al momento in tavola), seguita da deliziosi appetizer, rivisitazione riuscitissima di classici anni 80: bombetta ripiena di crema di scampi, impepata di cozze servita in un piattino a forma di ostrica e chips di pasta con gel di lupini a ricordare lo spaghetto alle vongole. È stata poi la volta dell’eccellente carciofo alla romana riempito di tonno crudo e cotto (volutamente scottato a carciofo capovolto) e degli altrettanto buoni polpo alla cacciatora con misticanza e patate novelle e triglia lardellata con agretti, nocciole e mosto cotto. Coreografica la presentazione della minestra di pesce, con marmora, lustrino e cozza messi nel fondo e terminati con spaghetti spezzati risottati nel fondo del pesce, un piatto di grande intensità, rispetto ai più delicati, ma altrettanto appaganti, tagliolini speziati all’estratto di canocchie, latte di cocco e calamaretti spillo. Meno convincente, per una cottura eccessiva che ne aveva asciugato le carni, l’ombrina alla brace con salsa pil pil di soasi, piselli e cipollotto. Piccolo inciampo subito dimenticato grazie alla golosa bavarese di cioccolato al latte, con zenzero, fragole, lamponi e gelato al timo, seguita da un caffè sovraestratto accompagnato da tartufini, cantucci e meringhe.
Cortese e preparato, a volte autocompiaciuto, è risultato piuttosto lento in occasione della nostra visita.
Insieme a un ottimo pane dalla crosta croccante, viene servito in tavola da una bottiglia a norma un olio EVO monovarietale Itrana di un’azienda del Sud Pontino.
Grande cura anche su questo aspetto, con una selezione che non si limita al Bel Paese di etichette di nicchia, molte del mondo bio natur, ricaricate in modo corretto.
L’interno del locale è ben arredato, con uno stile moderno e caldo al tempo stesso. Ad aumentare notevolmente il numero di coperti la grande veranda attrezzata che, quando la stagione lo consente, può essere aperta. Curata la mise en place, a parte la mancanza segnalata in apertura.
Iscriviti alla newsletter per scoprire gustose anteprime e rimanere sempre aggiornato su eventi e novità firmati Pecora Nera.
© 2025 – La Pecora Nera Editore – P.IVA 08525911007
Via Bradano, 26/A – 00199 Roma
Tel. : +39 06 8607731
info@lapecoranera.net
Progetto finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU – PNRR, Missione 1 – “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” (TOCC) SUB – INVESTIMENTO 3.3.4 – Promuovere l’innovazione e l’eco-design inclusivo
Finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU