Aperta da pochi mesi, questa locanda va ad inserirsi nel novero dei locali del quartiere Trieste, che (purtroppo) non brilla di indirizzi degni di nota. L’intento del giovane titolare, Edoardo Marogna, è lodevole, ovvero creare un luogo dall’atmosfera informale, con un menù breve che cambia spesso e una proposta vinicola fuori dai soliti schemi, ma a nostro avviso la cucina deve trovare ancora la sua identità. Dalla carta composta da 3 o 5 voci per sezione, affiancata da una proposta del giorno che viene elencata a voce dal personale, abbiamo scelto il cocktail di gamberi 2.0 che si rifà al noto piatto tipico degli anni ’80: i crostacei, in questo caso non interi, si perdevano nella salsa ben fatta e nell’insalata (non lattuga, più misticanza a dire il vero) che era in fondo al piatto, dando la sensazione di mangiare foglie condite di salsa rosa, piuttosto che gamberi. Tra i primi piatti fuori menù abbiamo assaggiato la fregola sarda con un guazzetto di gamberi, cozze, polpo e zucchine, dal sapore troppo delicato e dalla pasta oltre cottura, mentre la ricciola thai, in luogo del tonno scritto in carta, si è rivelata ben cotta, quindi con le carni morbide e non asciutte, ma piuttosto semplice nella sua preparazione: la “nota” thai non era percepibile affatto e, a nostro avviso, l’abbinamento con i peperoni cornetto e la cipolla rossa non funzionava. Da arricchire la proposta dei dolci, tra i quali abbiamo assaggiato dei buoni e semplici biscotti fatti in casa con nocciole, cacao e noci. Palesemente sottoestratto il caffè e per nulla aromatico.
Informale e cortese.
Su richiesta ci è stata servita una bottiglia a norma di olio EVO pugliese monovarietale Peranzana.
La lista dei vini non è molto ampia ma è ben pensata, con etichette per lo più naturali (sia italiane che straniere) e proposte di nicchia. Chi vuole bere alla mescita, può scegliere tra circa 10-12 referenze e, volendo, c’è anche la possibilità di acquistare il vino da asporto a un prezzo scontato. Corretti i ricarichi. In alternativa c’è anche qualche cocktail.
Sorto sulle ceneri di Brylla, un’enoteca con cucina chiusa ormai da tempo, il locale ne ha ereditato in parte lo stile, che era comunque già di per sé accogliente. La prima sala, occupata dal bancone e da qualche tavolino, prosegue in una piccola zona rialzata con divanetto a parete e una piccola finestra che dà sulla cucina.
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