Come riportato sull’accattivante merchandising della locanda, menaròst “fa riferimento al gesto di rimescolare, rugare, come le persone noiose che rimenano gli stessi argomenti […]”. L’approccio del locale, però, è tutt’altro che noioso e petulante, anzi l’atmosfera che si respira è calda e informale e i piatti genuini e convincenti. Il menù propone sia i classici della tradizione milanese sia piatti del Nord Italia “allargato”, con qualche tocco creativo sia nelle preparazioni che nella scelta degli ingredienti. La nostra cena è cominciata con dei classici mondeghili accompagnati da una salsa di pomodoro artigianale della Bottega Pavesi, la cui frittura era asciutta e leggera, sebbene non molto croccante. Un altro piatto iconico della cucina milanese, l’ossobuco di vitello con risotto giallo, si è rivelato abbondante e ben equilibrato, con il cereale cremoso e mantecato alla perfezione; squisite le tagliatelle al ragù di coniglio con timo e crema di Castelmagno, che si sono distinte per il sapore delicato della carne che dominava il piatto con eleganza. Neanche il dessert ci ha deluso: il tiramisù della casa era una vera coccola, soffice, non troppo dolce e ben bilanciato nelle sue componenti. Il caffè, infine, era ben estratto e dal sapore intenso e piacevole.
Il personale si è dimostrato simpatico, gentile ed efficiente.
Su richiesta, insieme al pane, ci è stata portata una bottiglia a norma di olio EVO siciliano.
La carta dei vini curiosamente tralascia gran parte del Centro Sud, con la presenza di un solo produttore per Campania, Sicilia e Puglia, prediligendo il Centro Nord, con alcune (poche) incursioni anche all’estero. Non manca l’attenzione verso piccoli produttori, alcuni dei quali biologici; è disponibile anche il vino in caraffa e il vino al calice è segnato accanto ad alcune bottiglie. Ricarichi corretti. In alternativa ci sono delle birre artigianali tedesche.
I tavoli sono piuttosto vicini tra loro, ma questo non disturba, anzi, contribuisce a creare un clima di piacevole convivialità. L’interno è costituito da un’unica sala con un piccolo soppalco; i tavoli sono ben distribuiti nonostante lo spazio ridotto. Alle pareti sono appesi cimeli d’antan, come un vecchio paio di sci e stampe che ricreano un’atmosfera scanzonata e informale da osteria, senza mancare di cura nei dettagli. All’esterno è disponibile un piccolo e semplice dehors sul marciapiede, ideale per le giornate più miti. Curata la mise en place.
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